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Diabolus in musica

Aggiornamento: 22 nov 2017

Nella teoria musicale esiste un certo tipo di triade chiamato tritono, esso è composto in modo che tra una nota e l’altra c’è una distanza di tre toni. Questo intervallo di quinta diminuita o Quarta aumentata/eccedente è molto dissonante e venne definito “diabolus in musica” ovvero il diavolo nella musica.


Il sogno di Tartini, illustrazione di Louis-Léopold Boilly (1761-1845)


Si dice che il tritono a causa della sua grande dissonanza, sia stato vietato durante il medioevo dai monaci ecclesiastici. Suonando questo intervallo, infatti, si starebbe richiamando il diavolo in persona...Purtroppo c’è tantissima disinformazione riguardo questo fatto, e dato che la storia è molto intrigante, questa bufala viene ripetuta e tramandata in continuazione ancora oggi.


Effettivamente, non esistono moltissimi casi in cui questa triade venga realmente utilizzata, anche perché, come affermano anche alcuni teorici musicali, è difficile potervi cantare sopra.

Ad ogni modo, sebbene non molto pratico come intervallo, esistono diverse prove (spartiti) che dimostrano come il tritono venisse effettivamente utilizzato in alcune circostanze. Un noto esempio è Pérotin: un compositore francese del XII secolo. In: “Dum sigilum summi patris” è possibile udire la triade proibita ripetersi diverse volte.

Quindi come mai è nata questa disinformazione?

E da dove viene l’espressione “diabolus in musica”?

Per capirlo c’è bisogno di un altro pezzetto di storia.



Guido D'Arezzo è stato un teorico della musica e monaco cristiano. Egli sviluppò un metodo chiamato “solmisazione” per facilitare ai cantori l'apprendimento delle melodie scritte sul rigo. Questo metodo si basa sull'esacordo che è la successione di sei suoni in cui il semitono è

collocato in posizione centrale. Egli scrisse questo metodo utilizzando le note delle sillabe iniziali di ognuno dei sei emistichi* che compongono la prima strofa dell'Inno di San Giovanni, il protettore dei cantori. Unendo queste sillabe con le relative note si ha l'esacordo (ut,re,mi,fa,sol,la). Mentre il “si” nacque dall'avvicinamento delle due lettere iniziali di Sancte Johannes, il verso che conclude la prima strofa dell'Inno di San Giovanni.


*ovvero entrambe le parti di versi incompleti divisi da una cesura, una pausa ritmica…

Già, penso sia molto più facile da capire con un esempio: “Nel mezzo del cammin di nostra vita” è composto da due emistichi, poiché dopo “cammin” si crea una pausa ritmica. “nel mezzo del cammin” è il primo emistichio e “di nostra vita” è il secondo.

Guido Monaco scrisse in questo trattato la frase:

mi contra fa est diabolus in musica

ovvero “Mi con Fa è il diavolo in musica” Dove Mi e Fa non corrispondono alle moderne note ma a due note distanti sei semitoni in due esacordi diversi, che producono appunto un rapporto di quinta diminuita o quarta aumentata.



Si okay, ma perché accanirsi proprio su questa dissonanza e non su altre? Come si è arrivati al punto di associare questa dissonanza a satana?


Un’ipotesi possibile è dovuta al fatto che questo intervallo divide l’ottava in due parti uguali e quindi questo strideva con la trinità divina, con i suoni puri.

Altri pensano che si tratta del fatto che il tritono potrebbe richiamare a Satana, in quanto lungo tre toni e quindi composto da 6 semitoni. In effetti ripetendo questo intervallo in un’estensione di 3 ottave si comporrebbe in pratica il terribile "666": il numero della bestia! Ma si trattano semplicemente di ipotesi.


Il tritono è usato tuttora in molti i generi musicali, e può servire ad esempio a creare una tensione per poi risolverla; oppure per creare della tensione continua (come nelle soundtrack di alcuni film horror). Esso è infatti in grado di trasmettere diverse emozioni in base a come si sceglie di utilizzarlo: tra gli esempi più comuni non posso che mettere Black Sabbath dei Black Sabbath. Ricordiamo tra l’altro che il chitarrista del gruppo Tony Iommi, ha dichiarato di non aver mai avuto la minima idea delle origini sataniche del tritono. Tutto ciò è comunque molto interessante, poiché, se Iommi veramente non era a conoscenza delle congetture attorno al tritono (e non avendo una formazione di musicista classico è possibile), quando ha scritto questa canzone ha comunque certamente azzeccato il riff, e l’emozione che voleva trasmettere l’intera canzone.


Probabilmente mi sono già dilungato fin troppo e non voglio annoiarvi. Vi basti sapere che il tritono è presente più di quello che si pensi: nel blues, nel jazz, nella sigla dei Simpson e pure nelle sirene della polizia o dei vigli del fuoco. Gli aspetti interessanti riguardati il tritono sono moltissimi e non sono enumerabili tutti in un solo articolo, per questo motivo spero di riuscire a trattare il tema in maniera più approfondita e magari in modo più pratico prossimamente.

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